La termografia all’infrarosso è una tecnica non invasiva che permette di misurare in tempo reale l’emissione termica di un corpo senza contatto diretto con il corpo stesso, per cui ogni minima variazione della temperatura (anche dovuta ad infiltrazione d’aria ovvero ad una non omogeneità del supporto) viene immediatamente rilevata e resa visibile sotto forma di una immagine termica, denominata “termogramma” visualizzata mediante una scala di falsi colori.
Controllo non invasivo di impianti tecnologici, strutture edili e beni architettonici per la ricerca di perdite, ponti termici e difetti della struttura.
Utilizzando opportune scale o “palette” di colore, è possibile percepire in maniera intuitiva quali colori determinano temperature calde e quali temperature fredde sullo stesso supporto.
È noto infatti che se un impianto tecnologico o una apparecchiatura meccanica presenta difformità termiche durante il normale esercizio, è probabile che possa sussistere una anomalia che nel tempo potrebbe compromettere il funzionamento dello stesso impianto o apparecchio.
Allo stesso modo, se un involucro edilizio è ricco di fughe d’aria (interstizi da cui l’aria entra dall’esterno verso l’interno) si genera automaticamente una fuga di calore dall’interno verso l’esterno ma contemporaneamente anche una infiltrazione di aria dall’esterno verso l’interno.
Laddove è presente una fuga d’aria è probabile che si verifichi un raffreddamento dell’edificio ed una condensazione dell’umidità, che può squilibrare l’apporto energetico indotto dall’impianto di riscaldamento o condizionamento, nonché generare muffe sulle strutture edili.
La battuta termografica viene eseguita con apposite macchine termografiche longwave aventi adeguata precisione attuando il protocollo del metodo ITT (Infrared Thermographic Testing) su impianti e strutture architettoniche dell’involucro edilizio.
Trattandosi di una tecnica relativamente complessa, è necessario che il personale tecnico sia in possesso di abilitazione di termografo di livello 2 con certificazione UNI EN ISO 9712:2012 (ex UNI EN 473) rilasciata da un istituto di certificazione riconosciuto.
I difetti che consentono all’aria di attraversare l’involucro edilizio possono produrre variazioni di temperatura superficiale 10 volte più grandi di quelle risultanti da un elevato flusso termico.
In presenza di vento queste criticità si manifestano maggiormente, poiché l’edificio è sottoposto in maniera naturale a fenomeni di pressurizzazione o depressurizzazione.
Quando le chiusure, ossia i serramenti dell’edificio – come nel caso in questione – sono apparentemente di buona qualità (a “doppio vetro” con camera d’aria, struttura e telaio in alluminio-alluminio), le fughe d’aria si concentrano spesso in zone del tutto inaspettate, per la cui individuazione spesso non è sufficiente la sola termografia all’infrarosso, ma occorre eseguire è necessario eseguire la verifica della tenuta all’aria dell’involucro edilizio con la metodologia del “blower door test energetico” ( Norma Tecnica UNI EN 13829) con apposito analizzatore .
La pressurizzazione o depressurizzazione dell’involucro ottenuta artificialmente mediante blower door distorce l’aspetto termico nello stesso modo del vento, esagerando i difetti e rendendoli identificabili e localizzabili (anche attraverso termografia), mentre anomalie dovute a ponti termici o resistenze termiche diverse non subiscono variazioni di rilievo.